Cortinarius orellanus Fr.

C. rutilans Quél. - Dermocybe orellana (Fr.) Ricken

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Cortinarius orellanus

Principali caratteri identificativi: C. orellanus è un specie solitamente di piccola taglia, che raggiunge al massimo le medie dimensioni, solo eccezionalmente fino a 8 cm di diametro del cappello; il colore va dal bruno al bruno-rossiccio nel cappello e nelle lamelle, mentre il gambo è in genere più chiaro. Oltre ai colori, comunque simili a quelli di altre specie congeneri, la principale caratteristica macroscopica è data dalla carne ocracea con odore rafanoide, a volte molto debole, tipicamente esigua nel cappello, praticamente assente nella metà esterna.

Caratteri microscopici: Microscopicamente presenta spore da ellissoidali ad amigdaliformi, ocra-brune in massa, completamente decorate da fini verruche, 10-13 × 5,5-6,5 µm.

Habitat e fenologia: C. orellanus nasce in associazione con latifoglie, in particolare querce, noccioli, faggi e castagni, e cresce solitario o a gruppi di pochi esemplari. Secondo osservazioni pluriennali sembra che stia allargando il suo areale di crescita, specialmente nel Nord Italia, con una sorta di adattamento progressivo ai diversi habitat del nostro territorio. Negli anni, anche nelle nostre zone, è risultato sempre più comune e, a differenza di un decina d’anni fa, è facile vederlo esposto nelle varie mostre micologiche autunnali.

Commestibilità: C. orellanus è una specie mortale. L’avvelenamento provocato, identificato con la sindrome orellanica, si manifesta in due diverse fasi, prima con sintomi leggeri che difficilmente ne permettono una giusta diagnosi e che a volte possono anche mancare, poi con una fase acuta avente tempi di incubazione molto lunghi, fino a due settimane dall'ingestione. A differenza della sindrome falloidea (vedere scheda di Amanita phalloides), la sindrome orellanica agisce prevalentemente a danno dell’apparato renale e i relativi meccanismi non sono ancora stati compresi a pieno (consulta l'articolo sugli avvelenamenti).

Specie a confronto: Specie simili C. orellanus, al pari velenose mortali, sono quelle appartenenti al gruppo del C. orellanoides Rob. Henry (= C. speciosissimus Kühner & Romagn.), in Toscana molto rare o assenti, che si differenziano principalmente per il portamento più slanciato, il cappello sempre munito di ambone appuntito, il gambo decorato da bande trasversali gialle e l’habitat diverso, sotto conifere di montagna.
Non ci risultano specie commestibili particolarmente simili a C. orellanus oppure a C. orellanoides; secondo alcune fonti, nel Nord Italia, dove queste specie causano più vittime, sarebbero state scambiate per il Chroogomphus helveticus (Singer) M.M. Moser, comunque commestibile scadente anche se localmente consumato, che però è molto diverso nell’aspetto generale, presentando superfici lisce e viscide, lamelle decorrenti, arcuate, e sporata bruno-nerastra.

Inquadramento:

    • DIVISIONE: Basidiomycota
    • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
    • CLASSE: Agaricomycetes
    • SUBCLASSE: Agaricomycetidae
    • ORDINE: Agaricales
    • FAMIGLIA: Cortinariaceae

      Note e curiosità: La pericolosità di questa specie è stata scoperta a seguito di ripetuti avvelenamenti di massa avvenuti inizialmente in Polonia negli anni 1952, 1955 e 1957, dove C. orellanus veniva venduto sui mercati di Varsavia, per un totale di quasi 200 intossicati e più di 30 decessi. Fu il micologo polacco Grzymala che per primo riuscì a collegare gli avvelenamenti a C. orellanus, operazione che non fu affatto semplice visto il tempo di incubazione lungo che, in certi casi, ne permetteva il consumo anche più volte in pasti ravvicinati, prima dell’insorgenza dei primi sintomi. Ancora oggi, oltre che nel nostro Paese, C. orellanus e le altre poche specie di questo gruppo causano vittime in Cecoslovacchia, Francia, Germania e Svizzera.